Possiamo dire che la SEO è (anche) social?
All'inizio dell'anno Claudio Gagliardini scriveva "SEO, la sfida del 2012 è social". Un'articolo capace di spiegare in maniera semplice ed efficace come e perché la SEO sarebbe evoluta proprio attraverso l'interazione sociale.
Una sfida vinta, se si legge la case history di Pennamontata che illustra i risultati ottenuti dall'agenzia a seguito della strategia che ha visto i social networks, o meglio l'interazione sociale, come unico canale di promozione del sito web pennamontata.it.
L'articolo evidenzia come i social networks oggi hanno la capacità di generare in modo naturale segnali che Google giudica molto positivi ai fini del posizionamento.
In definitiva si evidenzia come saper usare i social media per far parlare di se significa anche ottenere visibilità, consenso, riconoscimento fuori dai social media stessi.
Oggi è Google stesso a cercare la connessione tra ricerca e social network, attraverso Google Plus.
Il motore di ricerca, con il suo Plus, riconosce appieno l'importanza dell'interazione sociale. Per Google il contenuto di qualità è quel contenuto che viene apprezzato attraverso i meccanismi che si innescano tra le persone sulla rete (non parlo solo di social): condivisione, partecipazione, gradimento, menzione, citazione.
Google da importanza ai contenuti che vengono ritenuti importanti dalle persone. E ne prende atto attraverso Google Plus.
Perché un contenuto susciti engagement si deve scrivere per le persone. E facendolo su Google Plus si ha il doppio vantaggio di suscitare engagement ed essere visibili sui motori di ricerca.
Alla fine del 2012, siamo pronti a cambiare idea e dire che la SEO è (anche) social?
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