Searchandising, cos’è e perché integrarla sul vostro E-commerce
Con il termine searchandising si intende l'elaborazione di strategie di ecommerce marketing, di vendita online, tese non solo a migliorare l’esperienza d’acquisto e la frequenza di ritorno dei clienti, ma soprattutto per conoscere il proprio “onlife consumer” e individuarne il customer lifetime value (CLV), o meglio il giusto valore, per aumentare i potenziali ricavi.
Nel 2018 le imprese E-commerce italiane hanno raggiunto quota 20.100 e di queste 19.026 risultano attive: rispetto all’anno precedente si registra un aumento dell’11,73.
Unioncamere
La natura giuridica scelta dai nostri connazionali è suddivisa in Imprese Individuali (62%), Società di capitale (32%), Società di persone (6%) e Altre forme (0,94%).
Questo è quanto emerge dall’ultimo rapporto della Casaleggio Associati “E-commerce in Italia 2019” che bene illustra come le vendite online siano decisamente in aumento, con risultati sorprendenti per quanto riguarda il Sud Italia.
SEARCHANDISING, IL FUTURO DELL’ECOMMERCE
Searchandising è un neologismo di derivazione inglese e si riferisce all'ottimizzazione congiunta dei motori di ricerca e del merchandising per incrementare le vendite su un sito di e-commerce.
L'obiettivo del searchandising è quindi quello di offrire il prodotto desiderato/ricercato in base alla profilazione delle proprie buyer personas, ma anche fidelizzare e possibilmente influenzare l’acquisto di prodotti correlati che hanno margini più elevati.
La strategia di searchandising richiede una forte sinergia tra le fasi di acquisizione, esperienza utente, esperienza d’acquisto e remarketing.
ACQUISIZIONE: IDENTIFICARE IL PROPRIO TARGET
Per fare questo è necessario innanzitutto conoscere il proprio target: nel 2017 solo il 17% delle aziende intervistate dalla Casaleggio Associati ha dichiarato di aver investito molto nell’acquisizione omnicanale.
Infatti, le aziende oggi sono in grado di elaborare dati relativi a anagrafica, comportamento d’acquisto, interazione con i canali proprietari (sito, social, call center, etc.), fondamentali per creare esperienze d’acquisto personalizzate.
Altro aspetto importante sono le motivazioni che spingono un consumatore ad acquistare online, che molto spesso sono diverse in base al paese di provenienza.
Per il Regno Unito è la comodità, in paesi come Francia e Germania l’assortimento è la ragione principale mentre in Italia la scelta è invece dettata da offerte e convenienza dei prezzi sul web.
Per questo motivo in una strategia di searchandising non può mancare lo studio del proprio target di acquisizione, che sia tramite keyword advertising, branding online o social media marketing.
ESPERIENZA UTENTE: L’ITALIA PREFERISCE IL MOBILE
I consumatori online sono circa 38 milioni, ovvero il 62% della popolazione e si prevede che entro il 2023 raggiungeranno quota 41 milioni (Fonte: Statista).
Dalle ultime rilevazioni Audiweb del 2018, diminuisce la navigazione da desktop (da 35,4 a 28,4 milioni di utenti unici al mese), mentre il mobile rimane costante e viene utilizzato mensilmente dal 67% della popolazione.
Proprio lo smartphone viene utilizzato dagli shopper online italiani molto di più che nel resto d’Europa. L'85% della popolazione web in Italia usa il mobile per fare shopping: 34% lo usa spesso e il 14% sempre (Fonte: European Mobile Commerce Study, Mastercard, 2018).
ESPERIENZA D’ACQUISTO: L’IMPORTANZA DEL MOTORE DI RICERCA INTERNO
Prendere spunto dai big del commercio elettronico può servire ad individuare aspetti da migliorare sul proprio negozio online.
Così molto spesso si scoprono aspetti di cui non si teneva conto. Tra questi c’è sicuramente l’ottimizzazione dei risultati di ricerca del motore interno al sito.
Facilitare la ricerca interna dei prodotti a catalogo ha due principali vantaggi: aumenta la durata sessione media dell’utente sul sito e incrementa le possibilità di vendita.
Grazie a strumenti come Hotjar o Crazy Egg è possibile inoltre individuare, attraverso delle mappe di calore, quali siano gli elementi del nostro sito su cui gli utenti compiono le maggiori interazioni.
Ebbene vi accorgerete che circa il 30-40% dei vostri visitatori utilizza sistematicamente la barra di ricerca interna del sito (se presente ovviamente); questa abitudine ci da l’opportunità di raccogliere informazioni molto utili per poter ottimizzare la nostra strategia di searchandising.
REMARKETING: COINVOLGI NUOVAMENTE I TUOI VISITATORI
Utilizzare tecniche di Remarketing o Retargeting è di fondamentale importanza per chi gestisce un E-commerce.
Lo dimostra anche la crescente offerta di soluzioni commerciali a disposizione come Criteo, AdRoll, Advertio e molte altre. Per chi non avesse esperienza queste sono valide alternative per poter coinvolgere nuovamente l’utente sul vostro sito.
La logica che sta alla base di questa funzionalità è la possibilità di creare dei segmenti di pubblico specifici, come utenti che hanno abbandonato il carrello senza acquistare, utenti che hanno acquistato un determinato prodotto, e molto altro.
Questo tipo di segmentazione permette di creare strategie mirate di up-selling e cross-selling, volte ad incrementare il CLV relativo e la frequenza di ritorno del cliente sul sito.
E-COMMERCE 2019: LO SCENARIO ITALIANO
Secondo i dati di InfoCamere e Unioncamere negli ultimi 10 anni è triplicato il numero dei player che vendono online in Italia e nell’ultimo quinquennio il settore è cresciuto complessivamente del 51%.
A sorpresa è il Sud del Paese che sta cogliendo al meglio le nuove opportunità dal settore e-commerce: le regioni di Campania, Abruzzo e Calabria sono quelle che registrano le migliori performance con un incremento annuale delle aziende del 35%.
I settori vanno dall’abbigliamento ai cosmetici, arredamento e design, articoli per bambini, fino al settore automotive, casalinghi e food&beverage.
Rispetto ai risultati economici, le società di capitale registrate e che operano nel commercio elettronico dichiarano un valore della produzione complessivo pari a 5,73 miliardi di euro nel 2017.
Tra le regioni che producono di più in Italia evidenziamo la Lombardia per il 36,76% e la "piccola" Umbria per il 13,63%; Campania, Lazio ed Emilia-Romagna registrano un valore di produzione rispetto al contesto nazionale del 6% circa ciascuna.